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L'outlook della settimana Il punto al 29 luglio 2025

Europa e Stati Uniti: tregua costosa sui dazi

L'economia italiana ed europea mostra segnali contrastanti di resilienza e fragilità: alcuni settori, come l'agricoltura e i servizi turistici, dimostrano vitalità, mentre altri soffrono le incertezze globali e locali. In questo contesto, con la BCEche ha deciso di interrompere la discesa dei tassi d'interesse mantenendoli rispettivamente al 2%, al 2,15% e al 2,40%, arriva l'accordo commerciale tra Donald Trump e Ursula von der Leyen. L'intesa evita uno scontro aperto tra Europa e Stati Uniti, ma a un costo significativo per le imprese europee. L'accordo, definito dalla stessa von der Leyen come un passo necessario per garantire «certezza in tempi incerti», ha comportato un incremento dei dazi al 15%, aumento che rappresenta un pesante fardello per molte aziende italiane ed europee, le cui prospettive di competitività sui mercati americani risultano così ridimensionate. Tra le prime reazioni italiane spicca il commento di Confcommercio: «Bene certezza e stabilità, ma il costo è rilevante». La premier Giorgia Meloni ha assicurato invece «aiuti ai settori più colpiti».


Ripresa dell’attività economica nell’Eurozona

Secondo l’indice HCOB PMI® FLASH DELL’EUROZONA, la produzione economica è tornata a crescere per il settimo mese consecutivo, mostrando un indice composito di 51,0 a luglio, grazie soprattutto alla stabilizzazione del settore manifatturiero e a un'espansione più rapida dei servizi. Tuttavia, permane la cautela, poiché i rischi legati alle tensioni commerciali globali restano elevati e potrebbero frenare ulteriormente esportazioni e investimenti.


Italia: crescita moderata ma resiliente – Buone notizie da Agricoltura e Mezzogiorno

Nonostante le incertezze globali, l'economia italiana mostra una crescita moderata. Secondo il FMI, il paese ha raggiunto un avanzo primario grazie a una performance di bilancio migliore del previsto nel 2024. Nondimeno, persistono ostacoli strutturali rilevanti, come la bassa produttività e l'invecchiamento della popolazione, che richiedono interventi mirati per rafforzare la crescita a lungo termine. 
A dare un po’ di spinta al Paese poi, c’è l’agricoltura che conferma, dati Istat sul 2024, la sua vitalità con una crescita del valore aggiunto del 2% e un incremento occupazionale dello 0,7%, posizionando l'Italia al primo posto per valore aggiunto agricolo nella UE27. Parallelamente, il Mezzogiorno, sempre dati Istat sul 2024, registra una significativa ripresa economica, con il settore delle costruzioni in crescita del 4,1%, trainato da incentivi alla riqualificazione edilizia e dall'espansione dell'occupazione, soprattutto nei servizi pubblici e ICT.


Mismatch occupazionale e sfide del lavoro

Rimanendo in tema di occupazione, il report di CNEL e Unioncamere evidenzia un significativo disallineamento tra domanda e offerta di lavoro. Sebbene il settore dei servizi traini l'occupazione con il 72% dei nuovi contratti, le imprese faticano a reperire personale qualificato, soprattutto in ambiti tecnico-scientifici, metalmeccanico ed elettronico. Questo mismatch richiede un rapido riallineamento delle competenze offerte dal sistema formativo alle esigenze del mercato. In aggiunta a ciò, l’indagine “Giovani e lavoro”, realizzata da Confartigianato Imprese Piemonte Orientale e Università del Piemonte Orientale, in collaborazione con Format Research e col supporto della Camera di Commercio Monte Rosa Laghi, accende un faro su altre tematiche relative al lavoro giovanile, dove la retribuzione rimane il primo fattore nella scelta occupazionale, pur emergendo con evidenza altri criteri importanti: la sicurezza, la stabilità contrattuale, e la disponibilità di tempo libero.


Ricchezza netta delle famiglie e diminuzione dei consumi

Aumenta la ricchezza netta delle famiglie europee, secondo un recente studio ABI, raggiungendo i 70.200 miliardi di euro nel 2024 (+4,4%). Le famiglie italiane confermano una posizione solida con una ricchezza netta pari a otto volte il reddito disponibile. Tuttavia, Eurostat segnala una preoccupante diminuzione dei consumi reali pro capite sia nell’area euro che nell’UE, accompagnata da una parallela riduzione del reddito reale.

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