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L'outlook della settimana. Il punto al 3 ottobre 2023

Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza

E’ stata pubblicata in questi giorni la NADEF dove la crescita del PIL è stimata allo 0,8 per cento nel 2023, all’1,2 per cento nel 2024 e, rispettivamente, all’1,4 per cento e all’1 per cento nel 2025 e nel 2026. Questo, in uno scenario economico complesso, caratterizzato da tensioni geo-politiche e geo-economiche che, come scritto nel documento, continua ad essere gravato da un’estrema incertezza. Nel dettaglio si evidenziano quattro fattori di rischio per la previsione, scenari che potrebbero influenzare negativamente l'economia italiana, riducendo la crescita economica prevista: 1) rallentamento del commercio globale; 2) apprezzamento dell'euro; 3) aumenti dei prezzi del petrolio; 4) condizioni finanziarie più difficili, per esempio se il differenziale (Spread) tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi (Bund) si allargasse ulteriormente. 

Fiducia in diminuzione

Diminuisce, secondo Istat, sia il clima di fiducia dei consumatori che l’indice composito del clima di fiducia delle imprese. La diminuzione dell’indice di fiducia delle imprese si estende a tutti i settori di attività, con l’eccezione delle costruzioni. L’indice complessivo si attesta sullo stesso valore di ottobre 2022. L’indice di fiducia dei consumatori si riduce per il terzo mese consecutivo raggiungendo il valore più basso dallo scorso giugno. Si evidenzia un deciso peggioramento dei giudizi sulla situazione economica generale, un aumento delle attese sulla disoccupazione e un miglioramento delle valutazioni attinenti la situazione finanziaria della famiglia.

Inflazione

Dato positivo è il rallentamento dell’inflazione, sia in Europa (fonte Eurostat) sia in Italia (fonte Istat).  A settembre, secondo le stime preliminari, l’inflazione registra un ulteriore, sebbene lieve, rallentamento, scendendo al +5,3%. La nuova discesa del tasso di inflazione risente dell’andamento dei prezzi dei beni alimentari, la cui crescita in ragione d’anno si riduce sensibilmente, pur restando su valori relativamente marcati (+8,6%). “La buona notizia -scrive l’Ufficio Studi di Confcommercioproviene dall’euroarea che mostra indicatori in diffuso e forte rallentamento, dall’indice armonizzato già sotto il 5% o dalla core inflation in riduzione di sette decimi rispetto al tendenziale di agosto. Tali valutazioni sono particolarmente rilevanti in quanto la Banca centrale europea assume decisioni di politica monetaria – riguardanti tutti i cittadini – prescindendo dalle vicende dei singoli paesi

Economia della Bellezza

Banca Ifis ha presentato a Venezia il Market Watch Economia della Bellezza
, giunto alla sua terza edizione. Vi si mostra come il settore della Bellezza riesca a generare ricchezza attraverso un profondo legame con il business e le tradizioni del nostro Paese.  Nel 2022, il valore dell’Economia italiana della Bellezza ha sfiorato i 500 miliardi di euro, in crescita del 16% rispetto al 2021 e dell’8% rispetto al 2019, superando i livelli pre-Covid. Lo studio è stato realizzato dall’Ufficio Studi di Banca Ifis nell’ambito di Kaleidos – il Social Impact Lab della Banca che promuove iniziative a favore di comunità e persone – con l’obiettivo di rappresentare l’eccellenza del Made in Italy e che, negli anni, si è trasformato in una piattaforma che dà voce al tessuto imprenditoriale nazionale e offre ai decisori uno strumento utile per sostenere un settore orgoglio del nostro Paese nel mondo. Oltre a misurare il valore economico delle imprese italiane attive nel comparto della Bellezza, nel 2023 il Market Watch ha approfondito (con la collaborazione di Format Research) le peculiarità di un modello unico al mondo, ovvero il connubio inscindibile tra saper fare artigiano e manifattura.

Geografia delle disuguaglianze

Mentre stiamo scrivendo è stato pubblicato sul sito dell’OCSE l’importante studio sulla Geografia delle disuguaglianze. Secondo quanto riportato dall’Istituto di Parigi, sono cresciute negli anni le disparità di reddito all'interno dei singoli Stati, mentre si sono ridotte le differenze fra Paesi. E le disparità si riflettono inevitabilmente in diversi fattori chiave: punteggi scolastici, sanità, connessioni internet, effetti su servizi pubblici e crescita aziendale.

 

 

 

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