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L'outlook della settimana. Il punto al 25 giugno 2024

Grandi sfide per la competitività dell’Europa

Nelle sue Osservazioni all’Eurogruppo su una strategia per la competitività europea, Kristalina Georgieva, direttrice generale del FMI, ammonisce l’Unione Europea ad elaborare una strategia complessiva per la propria competitività: “la forza principale dell’Europa è il mercato unico: fondamentalmente, l’Europa trae la sua prosperità, la sua competitività e, sì, il suo potere di mercato dalla sua coesione”. Essere uniti è ancora più importante oggi che la Ue si trova ad affrontare un elenco scoraggiante di sfide: invecchiamento della popolazione; debole crescita della produttività; sicurezza energetica; la nostra lotta comune contro il cambiamento climatico; e, non ultimo, la frammentazione geoeconomica che, purtroppo, è diventata la nostra nuova realtà globale.

Demografia e mercato del lavoro

Le dinamiche demografiche e il mercato del lavoro sono due temi sempre più in connessione. I dati dell’OCSE indicano un netto calo del tasso di fertilità, sceso da 3,3 figli per donna nel 1960 a soli 1,5 nel 2022 (media OCSE). Questo valore è nettamente inferiore al “tasso di sostituzione” di 2,1 figli per donna, necessario a mantenere stabile la popolazione in assenza di migrazioni. In Italia e Spagna il tasso di fecondità totale è particolarmente basso: solo1,2 figli per donna nel 2022.
Robertino Ghiselli, del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps, in Audizione alla Camera dei Deputati, segnala come la popolazione stia invecchiando senza un corrispondente aumento delle nascite. Questa situazione demografica crea una pressione significativa sui sistemi di welfare e pensionistici, con una “inversione della piramide delle età”. 

Competenze digitali e competitività

Un interessante approfondimento sull’AI del Fondo Monetario Internazionale mostra come le nuove tecnologie di intelligenza artificiale generativa hanno un enorme potenziale per aumentare la produttività e migliorare la fornitura di servizi pubblici, ma la velocità e la scala della trasformazione sollevano anche preoccupazioni sulla perdita di posti di lavoro e una maggiore disuguaglianza. Si suggerisce, data l’incertezza sul futuro dell’IA, che i governi adottino un approccio agile che li prepari a scenari altamente dirompenti.
In un’economia sempre più digitale, l’acquisizione di competenze tecnologiche è cruciale per mantenere la competitività su scala globale. Nel 2023 il divario nelle competenze digitali tra i Paesi dell’Ue27, riporta Istat, è elevato, con un campo di variazione di 55 punti percentuali. L’Italia si colloca in 23esima posizione, circa 10 punti sotto la media.
Insufficienti non sono solo le competenze digitali: Unioncamere evidenzia la difficoltà di trovare laureati: uno su due risulta difficile da reperire. “Introvabili” i profili nell’ambito ingegneristico, medico-paramedico e scientifico. Questo disallineamento tra offerta e domanda di competenze qualificate può essere freno lo sviluppo economico e richiede interventi mirati nel sistema educativo e nelle politiche del lavoro per rispondere alle esigenze del mercato.

Il Sud cresce più della media nazionale

Nel 2023, secondo i più recenti dati pubblicati da Svimez, il Pil del Mezzogiorno cresce a +1,3%, oltre la media nazionale misurata +0,9%, grazie anche al contributo degli investimenti pubblici. Al Nord rallenta la crescita per la frenata dell’industria (+1% nord-ovest, +0.9% nord-est). Il centro resta indietro (+0,4%).

 

 

 

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