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L'outlook della settimana. Il punto al 24 gennaio 2023

Prospettive per l’economia mondiale

Le prospettive per l’economia mondiale sono migliorate ma bisogna essere cauti, in particolare non si sa bene come evolverà l’inflazione. Lo ha sostenuto al World Economic Forum di Davos la Direttrice del Fondo Monetario Internazionale Kristalina Georgieva che ammonisce anche a non passare da un eccessivo pessimismo ad un eccessivo ottimismo richiamando ad una visione realistica. (QUI)

Fase contradditoria dell'economia italiana

Gli indicatori della Congiuntura Confcommercio di gennaio evidenziano la fase contradditoria dell'economia italiana.  Secondo il direttore dell'Ufficio Studi, Mariano Bella, "a una fiducia in forte risalita si contrappone l’azzeramento della crescita dei consumi nell’ultimo quarto del 2022. Produzione e occupazione sarebbero in riduzione tra novembre scorso e l’attuale mese di gennaio, eppure segnali molto favorevoli si riscontrano sul versante dell’inflazione, molto elevata ma probabilmente in significativa riduzione nei prossimi mesi". "Nonostante l’erosione del potere d’acquisto di redditi correnti e ricchezza liquida, solo in parte compensata dai sostegni pubblici - ha proseguito - l’atteggiamento delle famiglie resta positivo e non si avvertono cambiamenti radicali nei comportamenti d’acquisto. Sono da escludere, quindi, almeno a breve termine, drastiche e generalizzate riduzioni della domanda".

Crescita dello 0,6% nel 2023

Il primo Bollettino economico del 2023 della Banca d’Italia sostiene che l’Italia non finirà in recessione quest’anno e, dopo un aumento di quasi il 4 per cento nel 2022, il PIL rallenterebbe quest’anno allo 0,6 per cento. La crescita tornerebbe a rafforzarsi nel biennio successivo, grazie all’accelerazione sia delle esportazioni sia della domanda interna. E nel suo intervento all’Ambrosetti club, phygital meeting, il Governatore Ignazio Visco ha parlato dell’attuale contesto economico Europeo e italiano che sono sempre condizionati dalle ripercussioni dell’aggressione all’Ucraina e, nelle ultime settimane dal nuovo peggioramento della crisi sanitaria in Cina. Per quanto riguarda la questione delle politiche monetarie di contrasto all’inflazione, Visco ha sostenuto che gli allarmi che a volte vengono sollevati sugli effetti che ulteriori aumenti dei tassi ufficiali potrebbero avere sulla nostra economia non sono condivisibili: il nostro paese è in grado, proseguendo sulla strada già intrapresa delle politiche prudenti e delle riforme, di gestire le conseguenze di una graduale ma necessaria restrizione monetaria.

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