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L'outlook della settimana. Il punto al 29 novembre 2022

Tra gli ultimi dati economici a nostra disposizione possiamo trovare qualche elemento positivo, come il rallentamento della contrazione dell’Eurozona secondo l’indice S&P GLOBAL PMI® FLASH DELL’EUROZONA, e un timido ottimismo traspare dalle parole pronunciate dal vicepresidente della Bce Luis de Guindos intervenendo all'Analysis Forum a Milano: "Forse siamo vicini al picco dell'inflazione anche se è difficile fare previsioni perché vanno computati tutti i fattori come le misure che i governi stanno prendendo e che hanno un impatto sull'inflazione". "La mia impressione – ha anche detto - è che siamo vicini al picco di inflazione e questa non crescerà molto nei prossimi 3-4 mesi e poi inizierà a scendere ma probabilmente mentre scenderà l'inflazione headline salirà quella core".  Ma il dato forse più interessante della settimana è stato quello della fiducia che Istat rileva al rialzo sia fra le imprese che fra i consumatori. Dopo quattro mesi consecutivi di flessione – è scritto nella nota -il clima di fiducia delle imprese torna ad aumentare trainato soprattutto dalle aspettative sulla produzione nel comparto manifatturiero, da quelle sugli ordini nei servizi di mercato e dalle attese sulle vendite nel commercio al dettaglio. Anche il clima di fiducia dei consumatori presenta una dinamica positiva dovuta soprattutto ad opinioni sulla situazione economica del paese (ivi comprese quelle sulla disoccupazione) in deciso miglioramento, seguite da attese sulla situazione economica familiare e da opinioni sul risparmio (possibilità future) in ripresa.
“Il miglioramento del clima di fiducia registrato a novembre dalle famiglie e dalle imprese – commenta l’Ufficio Studi di Confcommercio - rappresenta un importante segnale positivo per le capacità di tenuta del nostro sistema economico. Costituisce il presupposto per definire il volume delle spese del mese di dicembre, di gran lunga il più importante per i consumi”.

Se fino al terzo trimestre l’economia Italia ha tenuto, resistendo al caro energia, anche oltre le aspettative, il Pil è cresciuto, il turismo in espansione ha riportato un po’ di ricchezza e i dati sul lavoro sono buoni (vedi anche QUI), nel quarto trimestre le cose potrebbero cambiare e non in meglio. Nella Congiuntura Flash del Centro Studi di Confindustria leggiamo che gli indicatori qualitativi sono nel complesso negativi; il prezzo del gas resta alto, da troppi mesi; l’inflazione che ne deriva (+11,8% annuo) erode reddito e risparmio delle famiglie e avrà un impatto negativo sui consumi; il rialzo dei tassi si sta accentuando, un’altra zavorra sui costi delle imprese.

Secondo l’OCSE l’economia globale dovrebbe rallentare ulteriormente nel prossimo anno poiché il massiccio e storico shock energetico innescato dalla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina continua a stimolare le pressioni inflazionistiche, minando la fiducia e il potere d’acquisto delle famiglie e aumentando i rischi in tutto il mondo. E per quanto riguarda il nostro Paese gli economisti dell’Istituto scrivono che la crescita del PIL reale è prevista al 3,7% nel 2022, con un rallentamento allo 0,2% nel 2023, prima di arrivare moderatamente all’1% nel 2024. Gli alti prezzi dell’energia agiranno da freno sulla produzione nelle industrie ad alta intensità energetica, mentre i redditi reali diminuiranno a causa dell’elevata inflazione, l’aumento dei tassi di interesse e la modesta crescita del mercato delle esportazioni modereranno la crescita della domanda ed anche la disoccupazione potrebbe aumentare.

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